Come approcciare ad un colloquio con lo psicologo
Perché dovrei andare da uno psicologo?
Il benessere personale è un complesso equilibrio di aspetti fisici e mentali. Essere in salute vuol dire prendersi cura di sé sotto tutti i punti di vista: sia biologico che psicologico.
Ci possono essere eventi, nella vita, che ci condizionano più o meno fortemente e ci fanno provare malessere. Affrontare questo malessere in un luogo sicuro, privato, e con il supporto di una persona qualificata è il miglior modo per prendere in mano le redini della propria felicità.
Possono anche semplicemente verificarsi momenti, nella nostra vita, in cui sentiamo di aver smarrito la bussola delle nostre priorità, dei nostri sentimenti, del nostro equilibrio interno o dei nostri progetti di vita; collaborare con un professionista al fine di aumentare la consapevolezza di noi stessi è un utile strumento per recuperare il benessere smarrito.
Ci sono poi, infine, condizioni croniche, che necessitano di un supporto costante e di una persona competente e presente al quale potersi affidare e di cui ci si possa fidare.
Perché dovrei venire proprio da lei?
La psicoterapia, sosteneva Winnicott, è un complesso di processi che si posiziona tra la medicina e la religione. Con queste criptiche parole lo psicoanalista britannico sottolineava come una rigorosa formazione scientifica fosse fondamentale al fine di essere un buon terapeuta, ma che fosse del tutto inutile se non appoggiata da un lato umano, creativo e amorevole.
Empatia, formazione, predisposizione personale ed esperienza sono tutti fattori equamente importanti per un professionista, in questo campo.
Per tale motivo, sin dal principio del mio percorso formativo, ho affiancato la ricerca delle più attuali ed efficaci metodologie scientifiche ad un profondo e costante lavoro su me stesso.
L’incontro terapeutico, come lo intendo, non è un protocollo che io “applico” su di un paziente, tutt’altro; è un viaggio condiviso, una ricerca, basata sui tempi e sui modi della persona che si rivolge e a me, e finalizzato ad un aumento della consapevolezza di sé stessi.
La vita è un sentiero spesso difficile da percorrere, ma risulta sicuramente più agevole se, essendoci guardati con onestà dentro, possiamo vedere dove mettere i piedi.
Psicologo, psicoterapeuta o psichiatra?
- Lo psicologo è quel professionista che, dopo aver ottenuto una laurea magistrale in psicologia e aver effettuato un tirocinio formativo di un anno, ha superato l’esame di stato ed è quindi iscritto all’Albo degli psicologi di una regione italiana. Può occuparsi di molte attività differenti che, nella clinica, si riducono a diagnosi, formazione e sostegno
- Lo psicoterapeuta è quello psicologo o quel medico che, dopo aver affrontato una ulteriore scuola di formazione di quattro anni post laurea (equipollente ad un dottorato di ricerca universitario) che prevede un tirocinio formativo continuo presso centri riconosciuti dal Miur, e aver superato un esame finale, si accredita presso l’Albo degli psicoterapeuti di una regione italiana. Può occuparsi, oltre che di tutte le attività di cui può occuparsi uno psicologo, anche di psicoterapia.
- Lo psichiatra è un medico che ha ottenuto una laurea magistrale in Psichiatria. Si occupa della somministrazione di farmaci al fine di gestire o curare sintomi psichici di matrice biologica. Se diplomato in psicoterapia può svolgere anche le attività svolte da uno psicoterapeuta.
Colloquio online o in presenza?
Tecnica, durata e frequenza dei colloqui sono mutati molto nel tempo, da quando la disciplina è nata. La psicoterapia psicoanalitica nasce in presenza, e prevede un massiccio utilizzo delle dinamiche relazionali che si vengono a manifestare in seduta al fine di migliorare lo stato di benessere della persona che si rivolge al professionista. Vi è tuttavia una mole importante di pubblicazioni scientifiche in letteratura, aumentate esponenzialmente a seguito della pandemia da SARS-COV 19 che testimonia come, in determinati casi, la terapia online sia paragonabile, nei risultati a quella de visu.
I fattori principe su cui si sviluppa o meno tale risultato sono: la motivazione al cambiamento del paziente, una certa familiarità con l’utilizzo della tecnologia a fini comunicativi, un rigoroso rispetto del setting stabilito con il professionista.
Quanto dura un percorso?
Un percorso psicoterapeutico è un viaggio svolto, assieme, dal terapeuta e dal paziente. E’ il paziente a condurre il terapeuta nel proprio mondo interno, con i suoi tempi e le sue scelte. Il ruolo del terapeuta, e quello per cui è formato, e di favorire l’aumento della consapevolezza di sé, tramite domande, validazioni empatiche, chiarificazioni, interpretazioni e collegamenti. Sappiamo che, più le rappresentazioni interne diventano pensiero e quindi parola, e maggiore è il benessere che esperiamo, perché questa energia psichica non si deve manifestare come sintomo.
Il termine della terapia si ha quindi quando il paziente percepisce un sufficiente senso di miglioramento di sé e sente di aver compreso a sufficienza di sé stesso da potersi garantire un certo livello di benessere.
Definire in maniera precisa la durata di un percorso risulta praticamente impossibile dal momento che dipende da quanto il paziente desidera addentrarsi dentro di sé, dalla sua capacità di autopercezione e autoanalisi, dal buon funzionamento del paziente stesso.