Life coachingEffetto Alone; effetto Pigmalione

Davide Biagioni - Psicoterapeuta

Effetto Alone; effetto Pigmalione

Quella che noi chiamiamo realtà altro non è che l’interiorizzazione di rappresentazioni filtrate dalla nostra capacità percettiva, dalla nostra esperienza emotiva e dalla nostra memoria.

L’idea che ci costruiamo delle persone, ad esempio, non è una valutazione oggettiva dei loro comportamenti o delle loro qualità, ma è vittima di tutta una serie di interferenze che provengono dal nostro mondo interno, di cui i pregiudizi non sono che un esempio.

L’effetto “aloneè quel costrutto psicologico, dimostrato da più esperimenti, secondo cui, data un’idea positiva di una persona, si tende a valutare in maniera migliore le sue azioni, i suoi pensieri o le sue parole.

Parimenti, se abbiamo una rappresentazione negativa di qualcuno, tenderemo ad attribuire accezioni peggiori a tutto ciò che compie, che pensa o che dice.

Se l’effetto “alone” è ben noto a tutte quelle figure che si occupano di raccogliere consensi, come i politici o le celebrità, un po’ meno tende ad esserlo l’effetto “Pigmalione.

Quando cioè le altre persone hanno un’idea tendenzialmente positiva rispetto ad alcune nostre caratteristiche, tenderemo inconsciamente a comportarci come loro si attendono.

Allo stesso modo, nel momento in cui qualcuno avesse un’opinione negativa di noi, tenderemo ad avvicinarci al suo metro di giudizio, sebbene in maniera del tutto inconsapevole.

Questi effetti aumentano di efficacia in base a tre fattori.

Il primo è certamente l’età. Le interferenze sono più massicce e invasive quanto più giovani siamo.

Il secondo è l’affetto. Quanto più una persona è importante per noi tanto più tenderemo ad essere influenzati dai suoi preconcetti.

Ultimo, ma non meno importante, risulta il numero. In situazioni di affiliazione o appartenenza a gruppi tendiamo a cedere parte della nostra identità personale acquisendo una parte identitaria del gruppo.

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