Dipendenza affettiva
La dipendenza dall’altro è una forma, meno appariscente, di attacco alla relazione, dal momento che una relazione prevede due individui che si incontrano ed entrano in contatto.
Questo tipo di contatto genera un risultato differente dalla somma dei contributi delle due parti; genera, potremmo dire, conoscenza, perché ha una natura creativa di per sé, imprevedibile e mutevole.
La flessibilità è la naturale capacità dell’uomo di adattarsi alle situazioni, di apprendere dalle esperienze proprie e altrui per mezzo dell’empatia, di creare la narrativa della propria esistenza, generando coscienza collettiva e Storia.
In una relazione dipendente, lo sbilanciamento avviene in favore di uno dei due membri della coppia. Chi soffre di dipendenza introietta dentro di se parti dell’altro, fondendocisi.
Tale fusione, che non permette la creazione di una identità personale matura, è preferibile all’angoscia che deriverebbe dal sentirsi solo, rifiutato, abbandonato. La rinuncia a parti di sé e quindi la rinuncia al confronto, è comunque preferibile all’angoscia di dover affrontare la diversità, con il rischio di non essere in grado di accettarla.
Sebbene contro intuitivo, la persona dipendente non vive una relazione, ma ci rinuncia a priori, diventando l’oggetto parziale di qualcuno e definendosi, in modo camaleontico, rispetto alle esigenze della persona che ha di fronte, piuttosto che rischiare la rottura in una relazione reale.